Silvia Biagini

Sono Silvia e sto per raccontarvi un evento della mia vita, quello più difficile, quello che ha sconvolto tutto, quello che non avrei mai voluto raccontarvi: la perdita di mia figlia Matilde.

Il segno che ha lasciato questo evento è infinitamente profondo e doloroso ma ci consente ogni giorno di convertire l’amore che Matilde ha lasciato in gesti buoni e generosi: ciò che lei avrebbe desiderato.

Tutto nella mia vita scorreva regolarmente: il lavoro, la famiglia e le mie passioni. All’improvviso mia figlia accusò durante gli allenamenti di atletica un dolore alla gamba sinistra. All’inizio apparve come una cosa banale poi, su suggerimento del medico, venne fatta un’ecografia e da quel momento iniziò il nostro viaggio verso la disperazione.

Qualcosa mi diceva che la bolla di felicità che mi ero faticosamente costruita si stava rompendo e soprattutto che la vittima principale era la creatura più buona e più dolce del mondo, la mia Matilde. Le fu infatti diagnosticato un tumore. Aveva solo 16 anni. Iniziò un lungo periodo fatto di chemio e radioterapia che si concluse con un importante e complicato intervento chirurgico di ben 16 ore. Matilde fu una vera guerriera maturando in quel frangente un coraggio ed una forza d’animo tali da consentirmi di sopravvivere e combattere al suo fianco. La sua parola d’ordine era non arrendersi mai, anche di fronte alle difficoltà apparentemente insormontabili. Riuscì a vincere la sua battaglia, ma la gioia durò poco: il male si ripresentò ancora più aggressivo ed alla giovane età di 18 anni Matilde volò in cielo. Fino a che è stata in vita, mia figlia non ha mai consentito che il tumore cancellasse il suo sorriso e la sua contagiosa risata.

Matilde è adesso un bellissimo angelo.

Se chiudo gli occhi, riascolto la sua ultima risata, durante la videochiamata con le amiche, nella cameretta vicina. Si è trasformata per me in una melodia, in un suono così dolce e coinvolgente che porterò sempre dentro, impresso nella mente, giorno dopo giorno. Il suo canto d’addio. Quella sera, infatti, la videochiamata si interruppe improvvisamente per il malore di Matilde.
Per non impazzire ho iniziato a scrivere ed in molti mi hanno aiutato a realizzare un libro che parla di lei, un libro ricco di emozioni ma anche di speranza affinché venga trasmesso il messaggio d’amore che ci ha donato ed il coraggio per affrontare le difficoltà anche quando sembra impossibile farlo.
Scrivo le frasi preferite di Matilde: “Abbi sempre il coraggio di alzarti” –  ”Ridere sempre, nonostante tutto”.
Quello che speravo di più, nel difficile periodo della sua malattia, era il ritorno alla normalità quotidiana. Desideravo solo vedere crescere insieme Matilde e l’altro mio figlio Giovanni osservando ogni giorno quanto era grande il loro affetto, la complicità ed il gioire insieme anche per piccole cose.
Mi piace sottolineare come Matilde affrontava le sue paure. Le amiche si ricordano di come da piccola si buttava nei giochi più pericolosi senza timori. In fondo, così ha fatto anche con la sua malattia: non ha avuto paura. Certo – era inconsapevole del lungo percorso che avrebbe dovuto affrontare – ma si affidava ai medici senza dubbi e con la massima fiducia.
Desidero condividere con voi questa mia breve testimonianza quale sostegno a tutti coloro che hanno come me subìto una grave perdita affinché l’assenza dei nostri cari possa trasformare il dolore che proviamo in qualcosa di positivo.
Io riesco a farlo con mio marito, mio figlio ed i giovani cugini di Matilde grazie alla creazione di una Onlus, Associazione Matilde Capecchi, che porta il suo nome, tesa alla raccolta di fondi destinati alla ricerca sui tumori pediatrici ed alla donazione di oggetti utili ad Ospedali ed Istituti Fisioterapici.
Molte persone credono in noi ed uniti nell’amore e nel ricordo di Matilde portiamo avanti questi progetti in nome della generosità e bontà d’animo che lei ha sempre dimostrato nella sua breve esistenza.